Statine e colesterolo

Statine e colesterolo

Convenzionalmente, ai soggetti che presentano dei valori di colesterolo a rischio, vengono somministrate le statine, farmaci di sintesi in grado di innescare un meccanismo a feedback negativo, bloccando la reazione catalizzata dall’enzima idrossi-metilglutaril-CoA reduttasi (HMG-CoA reduttasi), implicato nelle prime fasi della biosintesi del colesterolo e deputato alla conversione del 3-idrossi-3-metilglutaril coenzima A in acido mevalonico e mevalonato. Attraverso l’inibizione di questo enzima, pertanto, le statine sono capaci di ostacolare la sintesi di colesterolo endogeno.

Oltre a ridurre i liveli di colesterolo totole, le statine:

  • Favoriscono l’aumento dei recettori per le LDL sulla superficie cellulare, incrementando in questo modo la captazione e il catabolismo del cosiddetto “colesterolo cattivo”
  • Riducono i livelli plasmatici di trigliceridi
  • Hanno un’azione antiinfiammatoria: riducono il marker della proteina C reattiva (CRP), che è prodotta dal fegato dalle cosiddette proteine di fase acuta generate durante uno stato infiammatorio
  • Hanno effetti immunomodulatori: riducono l’espressione di molecole di adesione cellulare sui leucociti e sulle cellule endoteliali diminuendo l’adesione cellulare e la migrazione verso zone infiammate
  • Hanno effetti antitrombotici.

In questo articolo approfondiremo un po’ di storia e chimica, mentre nel successivo vedremo la differenza tra l’azione delle statine e quella degli integratori contenenti Menacolina come Cholenor.

La prima statina ad essere stata scoperta nel 1976 fu la mevastatina, un composto di origine naturale isolato per la prima volta da colture di due specie di fungo appartenenti al genere Penicillium e che può essere considerato come il precursore di tutte le statine.

Diversi anni dopo fu isolato un nuovo composto con struttura chimica simile, da colture di Aspergillus terreus e Monascus ruber, cui fu dato il nome di lovastatina. L’attuale lovastatina impiegata in terapia è un derivato sintetico di quello isolato dai suddetti funghi.

I principi attivi appartenenti al gruppo delle statine attualmente reperibili nel mercato farmaceutico italiano sono:

  •     Atorvastatina (Arkas®, Atoris®, Coleama®, Kolester®, Melemib®, Omegastatin®, Sopavi®, Torvacol®, Torvast®, Totalip®, Tovanira®, Vastat®, Xarator®);
  •     Fluvastatina (Lescol®, Lipaxan®);
  •     Lovastatina (Rextat®, Tavacor®);
  •     Pitavastatina (Alipza®, Livazo®);
  •     Pravastatina (Aplactin®, Langiprav®, Prasterol®, Pravaselect®, Sanaprav®, Selectin®, Setac®, Vasticor®);
  •     Rosuvastatina (Colcardiol®, Colfri®, Crestor®, Dilivas®, Koleros®, Lipidover®, Miastina®, Provisacor®, Rosastin®, Simestat®, Staros®);
  •     Simvastatina (Alpheus®, Krustat®, Lipenil®, Liponorm®, Medipo®, Omistat®, Rosim®, Setorilin®, Simbatrix®, Sincol®, Sinvacor®, Sinvalip®, Sinvat®, Sivastin®, Vastgen®, Vastin®, Xipocol®, Zocor®).

Le differenze, seppur minime, fra una statina e l’altra risiedono, oltre che nella struttura chimica, anche nella potenza di ciascun principio attivo, nel profilo farmacocinetico e nelle indicazioni di dosaggio.

L’assunzione di statine presenta, però, anche effetti collaterali importanti e da non sottovalutare come l’insorgenza di miopatie, affezioni muscolari primitive causate da una alterazione strutturale e funzionale delle fibre muscolari, o in alcuni casi rabdiomiolisi, un grave danno al muscolo scheletrico con conseguente rilascio in circolo di mioglobina (causa di insufficienza renale), calcio, creatina, potassio ed acido urico. Inoltre, trial clinici hanno evidenziato l’aumento di probabilità di insorgenza di diabete, aumento della pressione sanguigna e perdita di memoria.

Nonostante l’analogia strutturale, monacolina e lovastatina hanno profilo farmacocinetico, biodisponibilità e quindi efficacia differenti.

Approfondiremo questo aspetto nel prossimo articolo del blog di Cholenor.