Sintomi e diagnosi dell’aterosclerosi

Sintomi e diagnosi dell’aterosclerosi

Sintomi

L’aterosclerosi può interessare tutte le arterie di grosso e medio calibro, incluse le arterie coronarie, carotidi e cerebrali; l’aorta; le sue branchie; e le arterie maggiori delle estremità.

In generale, le placche coronariche instabili sono ricche di macrofagi, possiedono uno spesso core lipidico e un cappuccio fibroso sottile; esse restringono il lume vascolare < 50% e tendono alla rottura in modo imprevedibile. Le placche instabili carotidee hanno un’analoga composizione, ma tipicamente le conseguenze a esse riferibili sono dovute alla stenosi grave e all’occlusione o alla deposizione di trombi piastrinici più che alla rottura. Le placche a basso rischio di solito hanno un cappuccio e un minore contenuto lipidico. Spesso tali placche restringono il lume vascolare > 50% e possono provocare angina da sforzo stabile e prevedibile.

La sintomatologia, quindi, è varia e dipende dall’arteria interessata. Comprende sintomi ischemici transitori come angina da sforzo stabile, attacchi ischemici transitori, claudicazione intermittente o dolore a riposo agli arti inferiori, sintomi di angina instabile, infarto miocardico, ictus ischemico.

In caso di rottura di placche instabili con occlusione improvvisa un’arteria di grosso calibro e sovrapposizione di trombosi o embolia, l’interessamento aterosclerotico della parete arteriosa può causare la formazione di aneurismi e dissezione arteriosa che può manifestarsi con dolore, massa pulsante, assenza dei polsi o morte improvvisa.

 

Diagnosi

Come primi elementi diagnostici i pazienti sono valutati per i fattori di rischio dell’aterosclerosi mediante:

  1.     Anamnesi ed esame obiettivo
  2.     Profilo lipidico a digiuno
  3.     Livelli di glicemia e di emoglobina glicosilata (HbA1C)
  4.     Livelli di proteina C-reattiva ≥ 3,1 mg/dL (≥ 29,5 nmol/L) come marker sierici di infiammazione

 

Nei pazienti sintomatici per ischemia il grado e la sede dell’occlusione vascolare sono valutati mediante diversi test invasivi e non invasivi.

 

Test non invasivi

Le tecniche non invasive che possono valutare la morfologia, le caratteristiche e la vulnerabilità della placca comprendono:

  •     Ecografia vascolare tridimensionale
  •     Angiografia con tomografia computerizzata
  •     Angio-RM
  •     Immunoscintigrafia con traccianti radioattivi che si localizzano nella placca a rischio di rottura
  •     Studio della vascolarizzazione tramite PET (positron emission tomography)

 

Test invasivi

Tra i test invasivi catetere-guidati annoveriamo:

  •     Ecografia intravascolare, che utilizza un trasduttore ecografico sulla punta di un catetere per produrre immagini della parete e del lume dell’arteria
  •     Angioscopia, che utilizza speciali cateteri a fibre ottiche che possono visualizzare direttamente la superficie arteriosa
  •     Termografia a placche, che si utilizza per rilevare l’aumento della temperatura nelle placche con infiammazione attiva
  •     Tomografia a coerenza ottica, che utilizza la luce laser a infrarossi per l’imaging
  •     Elastografia, che viene utilizzata per identificare placche morbide, ricche di lipidi

 

Fattori di rischio negli asintomatici

Nei pazienti con fattori di rischio per l’aterosclerosi ma asintomatici per ischemia le linee guida raccomandano uno screening del profilo lipidico nei pazienti con una delle caratteristiche seguenti:

  •     Uomini ≥ 40 anni
  •     Donne ≥ 50 anni e donne in postmenopausa
  •     Diabete di tipo 2
  •     Anamnesi familiare di ipercolesterolemia familiare o malattia cardiovascolare prematura (ossia, età di insorgenza < 55 anni nel parente di primo grado maschile o < 65 anni in parente di 1o grado femminile)
  •     Sindrome metabolica
  •     Ipertensione
  •     Condizioni infiammatorie croniche