Monacolina e lovastatina: differenze di struttura chimica, profilo farmacocinetico e biodisponibilità

Monacolina e lovastatina: differenze di struttura chimica, profilo farmacocinetico e biodisponibilità

I farmaci di sintesi come le statine e gli integratori alimentari a base di riso rosso fermentato hanno entrambi un’azione ipocolesterolemizzante.

La lovastatina è un derivato sintetico di un prodotto di fermentazione di Aspergillus terreus, appartenente alla famiglia delle statine e utilizzato per diminuire i livelli di colesterolo ma anche di trigliceridi nel sangue e nella prevenzione delle malattia cardiovascolari.

Le monacoline, tra le quali la più abbondante e la più conosciuta, è la monacolina K si formano per fermentazione del riso rosso da parte del lievito Monascus purpureus.

L’effetto ipolipemizzante del riso rosso fermentato è stato confermato da diversi studi clinici randomizzati e in doppio cieco. La riduzione dei livelli di colesterolo LDL osservata con la monacolina K è comparabile a quella ottenuta con le statine ma a dosi nettamente inferiori.

Gli studi non hanno chiarito con esattezza le basi scientifico di questo effetto, ma concorrono probabilmente un insieme sinergico di fattori.

Innanzitutto, oltre alla monacolina K, nel riso rosso fermentato sono presenti anche altri tipi di monacoline:

  • monacolina J (diol-lattone lovastatina)
  • monacolina L (precursore di monacolina J)
  • diidromonacolina K (diidrolovastatina)
  • compactina.

È possibile, quindi, che alcune monacoline “non-K” e alcuni componenti non statinici contenuti negli integratori come Cholenor a base di riso rosso fermentato agiscano potenziando l’effetto della monacolina K. A rinforzare questa ipotesi c’è il fatto che il riso rosso fermentato non riduce solo la colesterolemia, ma anche i livelli plasmatici di proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP), marcatore validato di infiammazione vascolare e fattore di rischio per malattie cardiovascolari.

Una ulteriore differenza fondamentale tra monacolina K e lovastatina riguarda i profili farmacocinetico e la biodisponibilità. A parità di dosaggio somministrato, la monacolina K ha una biodisponibilità 4 volte superiore a lovastatina farmaceutica. Anche in questo caso le differenza possono in parte essere dovute al fatto che la lovastatina è somministrata come singolo principio attivo e come tale ha una biodisponibilità per via orale di circa il 30%, mentre la monacolina K è solo uno dei componenti del riso rosso fermentato e gli altri componenti possono modificarne la biodisponibilità. In uno studio (Chen et al. 2013) l’assunzione di 5-6 mg di monacolina K è infatti risultata bioequivalente a 20-40 mg di lovastatina.

Benchè Efsa abbia approvato l’indicazione salutistica per monacolina K somministrata al dosaggio di 10 mg/die, va tuttavia precisato che anche a dosaggio decisamente più bassi, pari a 3 mg/die monacolina k ha dimostrato di ridurre la colesterolemia totale del 11,2% e il colesterolo LDL del 14,8%.

L’EFSA (European Food Safety Authority) ha avallato un chiaro “claim” salutistico circa l’effetto della monacolina k, stabilendo dei dati di tollerabilità: la quantità limitata di monacolina k è di 10 mg per dose giornaliera, la dose più attiva commercializzabile.

Un altro aspetto importante che enfatizza le differenze di farmacocinetica e quindi di efficacia fra lovastatina e monacolina K riguarda la struttura chimica e il rapporto fra lattone e forma acida. È la forma acida sia di lovastatina sia di monacolina K quella più attiva nell’inibire l’HMG-CoA reduttasi ed è anche la forma meglio assorbita.

La lovastatina è un profarmaco somministrato in forma lattonica, che viene attivato nella forma attiva idrossiacida per azione di un’esterasi.

La monacolina K è presente in entrambe le forme chimiche, sia lattonica sia idrossiacida. Nel riso rosso la monacolina K è presente in entrambe le forme chimiche: lattonica e idrossiacida, in un rapporto che dipende dal pH. A pH acido prevale la forma lattonica della monacolina K, mentre a pH neutro o alcalino prevale la forma idrossiacida della monacolina K. L’apertura dell’anello lattonico può poi avvenire in condizioni alcaline o per via enzimatica nell’intestino o a livello epatico via citocromo 3A. La forma idrossiacida può variare in concentrazione fra il 5% e il 100% della monacolina K, influenzando quindi enormemente biodisponibilità ed efficacia dei singoli estratti.