Il ruolo del colesterolo alto nei tessuti nella letalità da COVID19

Il ruolo del colesterolo alto nei tessuti nella letalità da COVID19

Ci siamo preparati con vari articoli del blog di Cholenor a parlare di correlazione tra livelli di colesterolo e infezione da sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-2 (SARS-CoV-2). Abbiamo approfondito il trasporto inverso di colesterolo, l’alterazione della risposta immunitaria causata dall’accumulo di colesterolo LDL e il ruolo dei metaboliti del colesterolo nell’attivazione dell’immunità innata contro le infezioni.

Ma l’infettività di SARS-CoV-2 è anche, almeno in parte, colesterolo dipendente?

Ebbene si! Ora vediamo come.

Sono oggetto di studi intensi i meccanismi molecolari alla base dell’ingresso virale, che potrebbero in parte spiegare i motivi per cui la malattia risulta particolarmente grave negli anziani e in pazienti con condizioni croniche sottostanti, quali ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari, alta esposizione a fumo di sigaretta.

SARS-CoV-2 entra nella cellula legandosi a recettore dell’enzima di conversione dell’angiotensinogeno 2 (ACE2). Alcuni studi mostrano che il caricamento delle cellule con il colesterolo utilizzando la proteina di trasporto del colesterolo apolipoproteina E (apoE) favorisce l’ingresso endocitico di SARS-CoV-2 pseudotipizzato.

Imaging ad alta risoluzione del punto di ingresso di SARS-CoV-2 con colesterolo alto mostrano un aumento del diametro virale di circa il 10% (fino a 100 nm) e il raddoppio del numero totale di punti di ingresso virali.

Il colesterolo, quindi, circolando in concomitanza di ACE2 fino ai siti a cui SARS-CoV-2 si aggancia per entrare nella cellula, ne aumenta e rafforza il legame alla superficie cellulare.

Diminuire il colesterolo cellulare ha l’effetto opposto. Sulla base di questi risultati e del carico noto di colesterolo nel tessuto periferico durante invecchiamento e infiammazione, sono stati costruiti modelli di letalità del COVID19 negli anziani e nelle persone con malattie croniche colesterolo-dipendenti. Poiché il colesterolo aumenta con età e stati infiammatori (ad esempio in concomitanza di fumo e diabete), SARS-CoV-2  trova una superficie cellulare favorevole e ottimale al suo ingresso.

SARS-CoV-2 ha almeno tre meccanismi colesterolo-dipendenti che contribuiscono e ne modulano l’infettività:

  • La dimensione e il numero di siti di ingresso nella cellula
  • La capacità di attacco del recettore dipendente dall’esposizione lipidica della superficie cellulare
  • Le proteasi che si attivano per l’inserimento di SARS-CoV-2 nella membrana cellulare attraverso meccanismi di traslocazione proteica (diffusione laterale in zattere lipidiche).

Il modello suggerisce che i livelli elevati di colesterolo da tenere in considerazione sono quelli nei tessuti, non nel sangue.

La maggior parte delle diagnosi cliniche di colesterolo sono fatte analizzando campioni di sangue; tuttavia i livello ematici non sono necessariamente indicativi di quelli nei tessuti. Questa differenza è particolarmente vera nell’infiammazione cronica in cui il colesterolo nel sangue è basso a causa dell’inibizione di proteine di efflusso di colesterolo nel tessuto periferico, dove, invece, i livelli di colesterolo rimangono alti. In pazienti COVID19 molto gravi sono stati trovati livelli alti colesterolo nei monociti, il che è del tutto coerente con la presenza di un carico di colesterolo alto nei tessuti durante l’infiammazione cronica.