I danni del fumo di sigaretta sul sistema cardiocircolatorio e non solo

I danni del fumo di sigaretta sul sistema cardiocircolatorio e non solo

L’assunzione costante e prolungata di tabacco è in grado di incidere sulla durata della vita media oltre che sulla qualità della stessa: 20 sigarette al giorno riducono di circa 4,6 anni la vita media di un giovane che inizia a fumare a 25 anni. Ovvero per ogni settimana di fumo si perde un giorno di vita.

Oltre alla nicotina e al monossido di carbonio, veleno inodore che  si forma dalla sua combustione, la sigaretta contiene circa 4800 sostanze dannose. La nicotina è una droga che induce una dipendenza fisica pari a quella di eroina, cocaina o altri oppiacei. Numerosi studi hanno evidenziato le zone del cervello su cui la nicotina svolge il suo effetto, determinando piacere, aumento della concentrazione, benessere e riduzione dell’ansia. Provare a smettere di fumare determina l’insorgenza di sintomi di astinenza: voglia impellente di accendere una sigaretta, insonnia, irritabilità, ansia, cefalea.

Secondo l’Organizzazione Mondiale di Sanità la dipendenza da nicotina viene definita in base a 3 criteri:

tentativo fallito di smettere di fumare;

difficoltà nel controllare l’uso di tabacco;

comparsa di sintomi d’astinenza alla sospensione.

La dipendenza psicologica si instaura successivamente alla dipendenza fisica: una serie di situazioni (caffè, bevande alcoliche, stare con gli amici, ecc.) riattivano nell’individuo il desiderio di fumare, diventando dei veri e propri rituali nella quotidianità e creando un circolo vizioso, difficile da rompere. La sigaretta diventa così un oggetto fondamentale della vita di un individuo, una “stampella psicologica”, un naturale antidepressivo che aiuta ad affrontare i momenti difficili o a godere meglio di gioie della propria vita. Dimenticando così spesso le caratteristiche negative e tossiche della sigaretta.

Occupandoci in questo blog di colesterolo e danno endoteliale, approfondiremo i danni del fumo sull’apparato cardiocircolatorio, ma gli effetti della nicotina e delle altre sostanze chimiche contenute nelle sigaretta si estendono a molti altri organi.

L’esposizione cronica al fumo rappresenta uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare: un fumatore ha un rischio di mortalità, a causa di una coronaropatia, superiore da 3 a 5 volte rispetto a un non fumatore.

La nicotina provoca danni  a livello dei vasi sanguigni con aumento della reattività piastrinica e dei livelli di fibrinogeno, aumento della viscosità del sangue, aumento dei livelli delle LDL e riduzione di quelli delle HDL e stimolazione della vasocostrizione. Il monossido di carbonio diminuisce l’ossigenazione del sangue.

Questo processi facilitano la formazione di  placche aterosclerotiche con tutte le possibili conseguenze di cui abbiamo parlato nei procedenti articoli: ipertensione arteriosa, ictus, cardiopatia ischemica, insufficienza cardiaca, aneurisma aortico. La patologia aterosclerotica più frequentemente associata al fumo è l’aneurisma dell’aorta addominale. La formazione di placche è frequente negli arti inferiori, dove può causare claudicatio intermittens, cioè dolore alle gambe quando si cammina.

Tra i maggiori effetti non riguardanti il sistema cardiocircolatorio annoveriamo:

Gli effetti sull’apparato broncopolmonare: tumore polmonare e malattie respiratorie non neoplastiche, tra cui la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), enfisema polmonare, episodi asmatici, infezioni respiratorie ricorrenti a causa della riduzione delle difese immunitarie

L’aumento del rischio di insorgenza di altri tipi di tumore: tumori del cavo orale e della gola, dell’esofago, del pancreas, del colon, della vescica, della prostata, del rene, del seno, delle ovaie e di alcune leucemie.

Risultano favorite l’insorgenza di ulcera gastrica e di riacutizzazioni nei pazienti affetti da malattia di Crohn

L’aumento del rischio di sviluppo e progressione di un precoce danno renale diabetico (albuminuria) e per il peggioramento della retinopatia nei giovani soggetti diabetici.

Danni sulla sessualità maschile con rischio di impotenza, specie quando associata a patologie cardiovascolari e relative terapie farmacologiche.

Effetti sull’apparato riproduttivo femminile, provocando menopause più precoci di circa 2 anni per alterazione della normale produzione di ormoni sessuali femminili, rischio maggiore di sterilità e ritardo nel concepimento, rischio di trombosi in associazione all’uso di contraccettivi orali.

Effetti in gravidanza e in allattamento: aumentato rischio di mortalità fetale, distacco della placenta, rottura precoce delle membrane, parto prematuro, di bambini nati morti e di avere neonati sottopeso (con una riduzione di circa 200-250 grammi). Inoltre, riduce la produzione di latte e la durata dell’allattamento.

Danni estetici: gengive bianche, ingiallimento dei denti, invecchiamento della pelle, aumento dell’irsutismo del volto.